Tumore alla mammella: gli inibitori dell’aromatasi associati a aumento del rischio di malattia cardiaca
L'analisi di numerosi studi ha dimostrato che gli inibitori dell'aromatasi appaiono aumentare il rischio di eventi cardiaci tra le donne in trattamento per il cancro al seno.
Il rischio relativo di andare incontro a un evento cardiovascolare maggiore è del 26% ( p minore o uguale a 0.01 ), tuttavia, l’eccesso di rischio può essere attenuato se una donna è trattata prima con Tamoxifene ( Nolvadex ) e poi passa a un inibitore dell'aromatasi.
Lo studio ha anche mostrato che le donne che assumono inibitori dell'aromatasi presentano un aumento del rischio relativo di fratture ossee del 47%.
La meta-analisi di 7 studi clinici ha confermato che l'uso degli inibitori dell'aromatasi rispetto al Tamoxifene è associato a riduzioni significative del rischio di tromboembolia venosa e di carcinoma dell'endometrio.
Sebbene significativo, l'aumento del rischio cardiovascolare assoluto in tutta la popolazione studiata è risultato piccolo ( aumento dal 3.4% al 4.2% ).
Nel dicembre 2008, l'FDA ( Food and Drug Administration ) aveva aggiornato la scheda tecnica di Anastrozolo ( Arimidex ), inserendo il potenziale rischio di malattia cardiaca. Per questo motivo, era stata condotta una meta-analisi per determinare se questo aumento del rischio si verificasse con l'uso anche di altri inibitori dell'aromatasi. ( Xagena2010 )
Fonte: San Antonio Breast Cancer Symposium, 2010
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